Le Fratture da Stress sono molto frequenti nei pazienti sportivi
Le fratture da stress sono lesioni causate da una serie di micro-traumi ripetuti che superano le capacità di riparazione dell’osso, provocandone un progressivo cedimento strutturale.
Possono interessare diversi segmenti corporei, tuttavia l’arto inferiore ed in particolare alcune ossa del piede risultano maggiormente colpiti.
Le ritroviamo frequentemente in pazienti che praticano sport come la corsa, la danza o il basket e nei militari che marciano per lunghe distanze.

L’osso è un tessuto attivo e sollecitazioni con frequenza e intensità molto elevate possono portarlo alla rottura
L’osso è un tessuto molto attivo, nel quale osteoblasti ed osteoclasti agiscono continuamente provvedendo ad un costante rimodellamento tissutale in risposta a stimoli fisiologici (normali) o patologici.
Quando l’intensità e la frequenza delle sollecitazioni esterne creano micro-lesioni che superano le capacità riparative, si verifica un progressivo indebolimento dell’osso fino alla frattura.
Fattori predisponenti e fattori estrinseci
Esistono fattori predisponenti, come ad esempio l’età, il sesso, squilibri ormonali e nutrizionali, nonchè la forma dell’osso e la sua densità minerale; fattori estrinseci comprendono invece la tipologia di sport ed il regime di allenamento sostenuto, la superficie sulla quale si esegue lo sport e le calzature utilizzate. Molto colpite sono le giovani atlete nelle quali amenorrea, ridotto apporto calorico e ridotta densità minerale ossea giocano un ruolo cruciale.
Il dolore come campanello d’allarme
La manifestazione clinica principale è rappresentata dal dolore, che a volte precede anche di molti giorni la comparsa radiografica della frattura. Il dolore tende ad aumentare a seguito dell’attività fisica e regredisce con il riposo. È molto frequente, in queste fasi iniziali, confondere il problema con tendiniti, periostiti o altre condizioni.
L’importanza della diagnosi precoce
La diagnosi precoce di queste fratture è essenziale, al fine di prevenire la scomposizione della stessa e favorire un recupero precoce. Una corretta raccolta anamnestica, associata ad un dettagliato esame clinico sono fondamentali per formulare l’ipotesi diagnostica. A questa segue generalmente l’esecuzione di radiografie standard, che tuttavia manifestano limiti nel diagnosticare queste lesioni in fase acuta. Basti pensare che in circa 2 pazienti su 3 le radiografie in fase iniziale risultano negative. La comparsa di segni più eloquenti quali reazione periostale, formazione di callo osseo o rimaneggiamento del focolaio di frattura, tendono ad essere tardivi. Si rende necessario, quindi, affiancare alla radiografia una risonanza magnetica che viene considerata la metodica “gold standard” nella diagnosi della lesione.
Come si interviene
Il trattamento delle fratture da stress prevede vari approcci che dipendono dall’osso fratturato e dalla corretta comprensione delle cause che hanno generato la lesione. La rimozione di tali cause scatenanti è talvolta sufficiente a guidare la lesione verso la guarigione. È spesso invece necessario un approccio combinato che preveda un carico tutelato nell’arto affetto da lesione (evitando cioè, per mezzo di bastoni canadesi, di poggiare il piede a terra), farmaci che agiscono sull’osso, terapia fisica e biostimolazione ossea. Il trattamento chirurgico è riservato invece ai casi di fallimento del trattamento conservativo oppure a quelle fratture che sono ad alto rischio di complicanze, quali ritardi di consolidazione o pseudoartrosi.