L’obesità è considerata un’epidemia globale (OMS), e si configura come una patologia multifattoriale caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo. Spesso è correlata ad un bilancio energetico positivo protratto nel tempo, ma sono anche chiamati in causa molteplici fattori genetici ed ambientali. In Italia è obeso circa 1 individuo ogni 10, mentre circa un terzo è in sovrappeso.
Un eccesso di grasso corporeo costituisce un serio pericolo per la salute, perché aumenta notevolmente il rischio di malattie cardiovascolari e comporta un sovraccarico sulle articolazioni. Un eccesso di carico protratto nel tempo tende a rompere il delicato equilibrio articolare, innescando e mantenendo la degenerazione cartilaginea. L’artrosi per certi versi può essere considerata il risultato di uno scompenso tra quantità di lavoro cui le articolazioni sono sottoposte e la capacità di lavoro che esse possono sostenere.
Secondo recenti studi i soggetti obesi presentano un rischio doppio di sviluppare l’artrosi rispetto ai soggetti normopeso: l’aumento del carico articolare accelera la degenerazione della cartilagine modificandone progressivamente composizione, struttura e proprietà. E’ stato calcolato che per ogni 5 kg di peso guadagnato c’è un aumento del 36% del rischio di sviluppare osteoartrosi.
I meccanismi con cui l’obesità innesca o porta avanti il processo degenerativo articolare possono essere schematizzati in due tipologie: uno infiammatorio ed uno biomeccanico. Il paziente obeso manifesta un moderato stato di infiammazione sistemica che può agire negativamente nei confronti della cartilagine, modificandone le proprietà e favorendone il processo degenerativo. Allo stesso tempo l’aumentato stress meccanico per unità di superficie, spesso associato ad alterazioni posturali, favorisce il danno cartilagineo.
L’inizio della patologia articolare è rappresentato da un sovvertimento della struttura cartilaginea, a cui i condrociti (cellule della cartilagine) reagiscono con la produzione di sostanza fondamentale strutturata in maniera anomala. Ne consegue una patologia infiammatoria e degenerativa che, coinvolgendo le altre componenti articolari (osso subcondrale, membrana sinoviale, strutture capsulo-legamentose), sfocia nell’osteoartrosi.
Il ginocchio è una delle articolazioni più frequentemente colpite e l’associazione con obesità è stata ampiamente documentata. Il sesso femminile è quello maggiormente interessato. Esistono ovviamente molteplici fattori di rischio aggiuntivi che si possono accompagnare al sovraccarico funzionale, come patologie traumatiche o infiammatorie, difetti assiali, lassità capsulo-legamentose. Uno dei primi segnali è rappresentato dal dolore, assente a riposo e presente nella stazione eretta o nella deambulazione. Con l’avanzare della patologia artrosica, l’articolazione diventa sempre più limitata nel movimento inducendo sedentarietà, impedendo attività quotidiane e peggiorando la qualità di vita, innescando un circolo vizioso dal quale difficilmente si riesce ad uscire senza un percorso terapeutico adeguato.
Il trattamento dell’obesità è fondamentale per garantire un adeguato funzionamento dell’apparato osteo-articolare. Un regime dietetico ipocalorico, equilibrato, è spesso sufficiente a ripristinare l’equilibrio perduto. La combinazione tra perdita di peso e moderato esercizio fisico risulta notevolmente più efficace di ciascun singolo intervento nella riduzione del dolore e nel miglioramento della funzionalità in pazienti con artrosi del ginocchio.
In ambito ortopedico, diverse sono le terapie farmacologiche impiegate per il trattamento dei sintomi di questo tipo di patologia: FANS, cortisonici, antidolorifici, acido ialuronico intra-articolare. Mentre l’uso continuativo di FANS può, alla lunga, compromettere la salute del paziente per la comparsa di effetti collaterali, la terapia infiltrativa risulta essere quella meno aggressiva e più efficace.
Il trattamento infiltrativo a base di acido ialuronico può andare incontro alle esigenze di un paziente particolarmente difficile da trattare come l’obeso.
Laddove la degenerazione articolare sia avanzata e la qualità di vita del paziente artrosico sia notevolmente ridotta, l’ intervento di protesi rappresenta l’ unica soluzione terapeutica efficace.
Purtroppo, in considerazione delle aumentate complicanze di questo tipo di chirurgia nel paziente obeso, sarebbe auspicabile un approccio multidisciplinare volto anzitutto alla riduzione del peso corporeo prima di affrontare un eventuale intervento.