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Medicina Rigenerativa

Le malattie degenerative articolari sono caratterizzate da un forte impatto sociale: influiscono significativamente sulla qualità di vita dei pazienti, rendendo a volte difficoltose anche semplici attività quotidiane. L’artrosi, patologia che colpisce circa il 10% della popolazione adulta e il 50% delle persone con più di 60 anni, rientra tra le prime 10 cause di disabilità al mondo. Tra le numerose cause troviamo l’invecchiamento, la familiarità, le fratture e lesioni articolari, l’attività sportiva agonistica nonché alcune forme di artrite. 

Negli ultimi decenni, molti sono stati i tentativi di rallentare la degenerazione cartilaginea, tentando di migliorare la funzionalità articolare e ridurre il dolore. Oggi si spazia da terapie farmacologiche alla terapia fisica, fino alla terapia infiltrativa articolare. 

I benefici di quest’ultima, soprattutto mediante l’utilizzo di acido ialuronico, appaiono indiscussi soprattutto se si considera come parametro la riduzione della sintomatologia dolorosa. 

Il recente affermarsi della Medicina rigenerativa amplia gli orizzonti terapeutici attraverso la ricerca di terapie innovative volte alla rigenerazione di organi e tessuti danneggiati con l’utilizzo di Cellule Staminali. Tale approccio ha alimentato nuove speranze nel trattamento delle patologie degenerative articolari. 

Le cellule staminali sono cellule progenitrici, capaci di auto-rigenerazione e differenziazione in molteplici tipi cellulari. Le cellule staminali dell’adulto ad oggi utilizzate in ambito clinico sono multipotenti e la tipologia valida nell’ambito ortopedico è definita cellula mesenchimale. Le cellule mesenchimali sono responsabili della rigenerazione dei tessuti connettivi, delle ossa, della cartilagine. Recenti studi suggeriscono come queste cellule, attraverso un’attività di natura paracrina, siano in grado di agire sul tessuto patologico interessato, intervenendo direttamente sul microambiente circostante, da un lato stimolando processi di riparazione e rigenerazione endogena, dall’altro esercitando un’azione immunomodulatoria ed immunosoppressiva della risposta infiammatoria. Il risultato che si ottiene è un ripristino quanto più possibile delle condizioni fisiologiche, intese come caratteristiche morfo-funzionali, del tessuto colpito.

Il trapianto di cellule mesenchimali nell’artrosi, seppur già praticato da alcuni anni con metodiche differenti, rappresenta una procedura innovativa che può consentire un miglioramento dell’ambiente articolare, stimolando la rigenerazione tissutale, riducendo il dolore e procrastinando cosi l’eventuale sostituzione protesica. 

L’INTERVENTO

Si tratta di una tecnica innovativa che ha l’obiettivo di approcciare in modo non invasivo importanti patologie degenerative, come l’artrosi del ginocchio.

Attualmente nella pratica clinica vengono utilizzati prevalentemente due tipi di tessuto: midollo osseo e tessuto adiposo.

Il prelievo di tali tessuti avviene in sala operatoria secondo tecniche codificate: per il tessuto adiposo, la sede di scelta è generalmente l’addome, mentre per il midollo osseo la sede di prelievo è la tibia prossimale o la cresta iliaca. Il  prelievo avviene attraverso mini incisioni di dimensioni inferiori al centimetro. Nella stessa seduta il concentrato prelevato viene opportunamente preparato e successivamente iniettato nell’articolazione affetta da artrosi. 

  • Cellule staminali mesenchimali midollari autologhe
  • Tessuto adiposo autologo microframmentato 
  • Fattori di crescita

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